sabato 27 giugno 2009

Ci risiamo, anzi non ci siamo!

Ci risiamo, ancora una volta i "nordici" sono diversi. E noi dove siamo. Mi spiego: è stato istituito dalla Commissione Europea il premio l’European Green Capital Award, riguardante la migliore città in tema di ambiente e sviluppo sostenibile. La prima città risultata migliore è stata la capitale della Svezia. Stoccolma è risultata la migliore del vecchio continente in quanto ha dedicato particolare impegno all'ambiente urbano, mostrando inoltre un continuo miglioramento dello sviluppo sostenibile.
Alcuni criteri di giudizio sono i seguenti: il contributo locale al cambiamento climatico, l’accessibilità delle aree verdi al pubblico, la qualità dell’aria, l’inquinamento acustico, la produzione e la gestione dei rifiuti, il trattamento delle acque reflue, la gestione ambientale da parte delle autorità locali e l’uso sostenibile del paesaggio. Pare che Stoccolma dagli anni '90 ad oggi abbia diminuito le emissioni di anidride carbonica del 25% per abitante e per il 2050 si è fissata il traguardo di diventare completamente indipendente da fonti di energia di origine fossile. Ok, si saranno impegnati maggiormente delle altre città candidate, complimenti a loro!
Controllando casualmente i finalisti noto le seguenti città europee: Amsterdam, Bristol, Copenaghen, Friburgo, Amburgo, Monaco, Oslo e appunto Stoccolma. Di città italiano nemmeno una. Pace.
A questo punto per oziosa curiosità, cerco l'elenco delle città candidate che avevano partecipato a questo riconoscimento, in quanto in possesso di determinati requisiti di carattere ovviamente ambientale e sostenibile e con curioso stupore campanilistico noto che di città italiane non ce n'è nemmeno una! Ci sono città francesi, spagnole, tedesche, polacche, inglesi, finlandesi e addirittura una città rumena!
E mentre i governanti italiani e gli industriali bisticciano con il protocollo di Kyoto, a quanto pare le nostre città sono ferme e difficilmente "sostenibili" e a Cluj-Napoca (che non so nemmeno dov'è) si vive meglio che a Milano, Torino, Roma, Napoli o Cremona! Non dico di stare al livello della Svezia ma almeno a quello di Cluj-Napoca. Forse noi italiani abbiamo sicuramente cose più importati a cui pensare: digitale terrestre, la quarta corsia autostradale, l'expo, le veline, la prova costume....
Chissà magari la riscossa della sostenibilità italiana potrebbe partire proprio dalle piccole città di provincia, magari da Cremona... naturalmente inceneritori e raffinerie permettendo!?!


mercoledì 17 giugno 2009

La speranza e il cambiamento

... come dice il presidente Obama - mi dichiara con tono ispirato il presidente Eric Larson - dobbiamo scommettere sulla speranza e sul cambiamento. Sono andato in giro per intercettare le novità: ho visitato fattorie del vento e fabbriche di pannelli solari; per questo abbiamo aperto i corsi sulle energie rinnovabili; poi ho studiato tutti i nuovi business agricoli e ci siamo specializzati anche in questo. Ora l'America comincia a prendere coscienza che esiste un cibo più sano e sicuro e la possibilità di un'energia pulità e va in quella direzione. E noi là vogliamo farci trovare. Il futuro della nostra comunità sarà fatto di tanti piccoli e medi lavori che tutti insieme sostituiranno quella che è stata la General Motors. Ma dovranno essere di qualità, specializzati, e avranno bisogno di studi e preparazione...

Tratto da "La fortuna non esiste" di M. Calabresi.

Penso a queste parole, alla nostra Italia e alla loro America, penso alle parole di un uom
o di colore ha cui loro hanno dato fiducia: "hope and change". Penso alla FIAT che va in America ad offrire progresso e tecnologia, e mi domando: da dove è partita?
E' partita dall'Italia, o almeno così spero, è partita da ogni piccolo lavoratore italiano del secondo dopoguerra, da chi con gli avanzi di lamiera bellica ha inventato la vespa, da mio papà meccanico FIAT a vent'anni negli anni 60', da chi sognava di spostarsi in auto senza spendere troppo, da chi sognava di parcheggiare la macchina in 4 m di lunghezza, da chi andava in vacanza sulla riviera romagnola con il "131" e riusciva a far studiare i propri figli fino all'università, facendoli diventare medici, architetti, periti, ingegneri etc (magari tra questi c'è chi ha inventato le auto natural power che ora interessano tanto agli americani), e intanto riusciva anche a pagarsi la pensione; e adesso che possiamo sbarcare in USA con questo bagaglio di esperienza e tecnologia (e non come clandestini o immigrati scomodi da piazzare), sono sempre convinto delle contraddizione della specie umana. La FIAT va in America a produrre auto altamente tecnologiche e a basso impatto ambientale finanziata dallo stato americano, mentre in Italia il Sole è meno caldo che in Germania, e se chiedo la detrazione fiscale perchè ho istallato una pompa di calore di classe A a supporto dell'impianto di riscaldamento casalingo, posso forse detrarre il 36% del suo valore dalle imposte in 10 anni perchè.... la legge non è al passo con i tempi.
In America per risolvere la crisi, parlano di progresso, di cambiamento, di fotovoltaico, di geotermico, di eolico, di energia pulita, di sostenibilità...noi siamo fermi ad autoconvincerci che il meglio assoluto non è altro che il nucleare!....sarà sicuramente giusto così, ma spero che il cambiamento non stia solamente nel perseverare in qualcosa che molto probabilmente sembra superato dal progresso. Se qualcuno ha voglia di spiegarmi che significa "speranza e cambiamento" e che significa per noi "progresso" è ben accetto. Mi auguro una cosa sola: quando Qualcuno un giorno avrà il potere di fare l'appello per vedere chi avrà fatto bene o male, perchè ogni proroga sarà scaduta e inutile, ogni energia che "Gaia" ci regalava sarà esaurita, e potremo campare solo per quello che avremo inventato, spero di essere insieme a questo Eric Larson perchè io voglio avere coscienza che esiste un cibo più sano e sicuro, e la possibilità di un'energia pulità.
Noi dovremmo saperlo già!
A.A.

venerdì 12 giugno 2009

Gaia, o quello che resta del pianeta che vive.


La teoria di GAIA : A New Look at Life on Earth, ormai ha compiuto 30 anni. Il suo pensatore fu un certo James Lovelok; ebbe questa fenomenale intuizione di considerare il pianeta Terra un'entità vivente basandosi sul fatto che gli oceani, l'atmosfera, lacrosta terrestre e tutte le altre componenti del pianeta terra si mantengano in condizioni ottimali alla presenza ed alla sopravvivenza della vita proprio grazie al "consapevole" comportamento di tutti gli organismi viventi. Questa teoria sostiene inoltre che la Terra (Gaia) se dovesse surriscldarsi, reagirà provocando una nuova era glaciale.
L'uomo.
L'uomo sulla terra ci vive, ci lavora, ma a volte non si rende conte effettivamente di quello che fa e di cosa vuole fare. L'uomo incarna in se la contraddizione: pensiamo al nostro Paese, il governo se da un lato si dichiara con un documento al Senato contro il cambiamento climatico di origine antropica, contemporaneamente porta alla G8 di Siracusa un documento in cui si afferma che la responsabilità è invece delle attività umane. Siamo un paese originale che dopo un referendum, vuole tornare al nucleare, dove nemmeno gli USA lo considerano fonte energetica del futuro!
Poco tempo fa ho tenuto una lezione sui terremoti. Mentre spiegavo l'utilizzo e il significato della Scala Richter, mi sono reso conto di una aspetto molto interessante: la Magnitudo 12, ovvero il grado più alto ipotizzabile di questa scala, mutandum mutandis, è paragonabile allo sprigionamento di energia dall'esplosione di 160000 miliardi di tonnallate di dinamite, è come ipoteticamente una faglia tagliasse a metà la Terra.
Eppure non è altro che l'energia solare ricevuta dal nostro Pianeta (Gaia) durante un solo giorno, praticamente a "fondo perduto". Quando tutte le fonti fossili (compresi i minerali pesanti o leggeri utili per i processi nucleari...fusione e fissione) saranno esaurite ( e prima o poi succederà!) allora ci renderemo realmente conto di ciò che abbiamo veramente ignorato per molti anni!

A.A.

giovedì 11 giugno 2009

Elezioni giugno 2009


Oggi mi soffermo su un argomento molto attuale: la recente tornata elettorale. Premetto che sono andato a votare, quindi avevo delle aspettative, ma non voglio esprimermi sui risultati. Voglio solo soffermarmi su un aspetto che mi ha colpito a livello europeo: il Partito Pirata svedese avrà un seggio (forse due). Le elezioni europee regalano una "sorpresa" (o presunta tale) dalla Svezia. Il Parlamento Europeo ospiterà per la prima volta un rappresentante del Partito Pirata.
Questa formazione politica ha come obbiettivo la libertà di stampa su internet, a favore di una modifica alle attuali leggi sul copyright e della liberalizzazione del file sharing on line.
Ho letto su alcuni siti che questo risultato dimostra che il popolo di internet vuole una sua rappresentanza anche nelle istituzioni. La mia domanda però è la segunete: in Italia chi è che rappresenta il popolo di internet? chi ha una connessione alla rete e la usa, oppure chi ce l'ha e non la usa, oppure chi vorrebbe usarla e non ce l'ha?..oppure chi ce l'ha, la usa e .... non vive in Italia?!?
Morale: l'Italia non è la Svezia.
Riflessione: qualsiasi restrizione nel bene o nel male delle potenzialità di scambio di informazioni-opinioni-files-condivisione libera....di internet fino ad ora non ha portato nessun risultato, è come una pentola a pressione con una valvola troppo piccola di sfogo, rischia sempre di esplodere!
A.A.

martedì 9 giugno 2009

perchè un blog


Ho deciso di aprire questo blog, in stretta sinergia con il mio sito (www.geopadus.it) non per una particolare ragione; mi ha colpito una frase trovata su wikipedia alla definizione appunto di blog che qui riporto:
"...Tramite il blog si viene in contatto con persone lontane fisicamente ma spesso vicine alle proprie idee e ai propri punti di vista. Con esse si condividono i pensieri, le riflessioni su diverse situazioni poiché raramente si tratta di siti monotematici. Si può esprimere la propria creatività liberamente, interagendo in modo diretto con gli altri blogger...."

Questa frase mi ha aperto il cuore...pensare che si possa interagire con qualcuno che magari sta a Nuuk in Groenlandia e condividere idee comuni mi sembra una cosa meravigliosa, una forma di libertà intesa come partecipazione: io sono libero di condividere un'idea e non un'altra pechè sono libero di pensare e di aggregregarmi in qualche modo con chi la pensa come me, senza chiudere le possibilità di confronto con chi ha altre idee.
Importante che tutto venga messo sullo stesso piano.
A.A.