mercoledì 15 luglio 2009

Dolomiti, unesco e Italia

Il 27 giugno 2009 sono stati iscritti 13 nuovi siti nella lista del patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Tra questi una delle meraviglie del paesaggio e della geologia ed uno straordinario esempio di integrazione uomo-ambiente: le Dolomiti, inserite nel patrimonio universale naturale perche' il Bene soddisfa i criteri di bellezza paesaggistica e di valore geomorfologico. I siti interessati vanno dalle Dolomiti di Brenta, le più occidentali, al gruppo formato dal Catinaccio e dal Latemar, a cavallo fra Alto Adige e Trentino; dalle Dolomiti di Sesto alle Pale di San Martino, dal massiccio della Marmolada al gruppo formato da Pelmo e Croda da Lago, per arrivare alle Dolomiti Friulane, le più orientali di tutte. Tra i criteri possibili stabiliti dall'Unesco per definire un bene Patrimonio dell'umanità dunque le Dolomiti ne soddisfano due: il settimo, quello su fenomeni naturali superlativi o bellezza naturale o importanza estetica, e l'ottavo, cioè quello riguardante la storia della Terra, le caratteristiche e i processi geologici e geomorfologici. Per il primo criterio in questione l'Unesco ha ritenuto giustamente che le Dolomiti lo soddisfino perché sono da tutti considerate tra i più attraenti paesaggi montani al mondo. La loro bellezza intrinseca deriva da una varietà di forme verticali spettacolari, come pinnacoli, guglie e torri, in contrasto con superfici orizzontali tra cui cenge, balze e altipiani, il tutto emergente all'improvviso da estesi giacimenti detritici o da dolci colline. Una grande diversità di colori è data dai contrasti tra le spoglie e pallide rocce e dalle foreste e i prati sottostanti. Le montagne risaltano come guglie, alcune isolate, altre unite a formare estesi paesaggi. I primi geologi (De Dolomieu, Saussure, Stoppani, Trevisan), del resto, furono catturati innanzitutto dalla bellezza delle montagne e i loro scritti, disegni e fotografie sottolineano il fascino di queste montagne. Per l'altro criterio, le Dolomiti sono di valore internazionale per la geomorfologia. L'area presenta infatti un'ampia gamma di forme rocciose, derivanti da erosione, movimenti tettonici e glaciazioni, e dalla particolare disposizione stratigrafica, rappresentata dall'iterazione di depositi organogeni, derivanti da vecchie piattaforme coralline, depositi bacinali terrigeni, intrusioni ignee e depositi di mare aperto (pelagici). La quantità e la concentrazione di una varietà estrema di formazioni calcaree e' straordinaria e comprende alcune delle più' alte pareti calcaree verticali al mondo. I valori geologici sono inoltre d'importanza internazionale e ne sono prova le piattaforme di carbonato del Mesozoico o gli atolli fossilizzati del Permiano-Triassico. Le Dolomiti contengono anche molti settori d'importanza internazionale per la stratigrafia del periodo triassico. I valori scientifici del Bene sono inoltre provati dalla lunga storia di studi e riconoscimenti a livello internazionale. Chi non ha mai visitato gli innumerevoli sentieri del Gruppo del Sella, un atollo fossile esemplare con le generazioni di piattaforme coralline sovrapposte, magari ammirandolo dalle Odle, o dal ghiacciaio della Marmolada, o dalla punta del Sasso Lungo, oppure chi non è stato in ferrata in Brenta, dalla Malga Flavona, al Rif. Tukcet fino al Rif. Alimonta lungo i depositi di Dolomia Principale Triassica.....sono tutti posti da visitare una mecca turistica anche per chi non è appassionato di montagna, ma solo di "ambiente".
Ora però bisogna mantenere questo titolo e ricordare anche a chi ci abita che sono patrimonio dell'umanità, cioè di tutti quelli che vogliono visitarle e apprezzarle per ciò che sono veramente, magari faticando un po' per raggiungerle, quindi non sono prerogativa di chi ci vive e vuole solo sfruttarle economicamente e turisticamente. Mi è capitato personalmente in Dolomiti di Brenta, al Passo del Grostè, di vedere asportato pezzi di versante solamente per creare qualche pista da sci in più all'arrivo dell'ovovia oltre a quelle già presenti. Spero che d'ora in poi questi interventi vengano limitati, ricordando che il patrimonio è dell'Umanità e non solo degli operatori turistici, e ora bisogna mantenerlo!
A.A.


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