martedì 23 ottobre 2012

L'Aquila: 6 anni alla commissione grandi rischi

E' notizia di oggi della condanna della commissione grandi rischi della Protezione civile che avrebbe fornito false informazioni circa l'improbabilità della forte scossa che la notte del 6 aprile 2009 causò la morte di 309 persone.

Qui  l'articolo tratto da Repubblica.it:
http://www.repubblica.it/cronaca/2012/10/22/news/aquila_sentenza-45092603/


Voglio riportare la dichiarazione del leader dell'UDC, P. Casini:
"la sentenza è ''una follia allo stato puro''. ''Credo che qualsiasi professionista - ha aggiunto Casini - di fronte a una sentenza di questo genere si tirerà indietro. Così è sancito l'obbligo professionale a non sbagliare''.
L'on. Casini si dimentica che la gestione del rischio del terremoto (e non il terremoto stesso) ha causato la morte di 309 persone.
Se un professionista, qualsiasi esso sia, sbaglia, deve pagare per l'errore che ha fatto a norma di legge. Se un ingegnere sbaglia a progettare una strutture che poi crolla alla prima scossa, deve pagare, se un medico sbaglia a fare una diagnosi e il paziente muore per un errore, deve pagare. Se un giornalista riporta delle notizie senza verificare le fonti, mentendo, deve pagare......
Il problema non era salvare la città, ma limitare il numero delle vittime considerando la natura probabilistica del fenomeno sismico (e non sto parlando di previsioni). Quindi a mio modesto avviso anche il NON dare  informazioni sulla possibiltà o meno di un terremoto, rientra nella deontologia di un professionista che non sta facendo il suo mestiere come si dovrebbe. Di sicuro non si doveva assolutamente rassicurare le persone dicendo che era una situazione "normale". Gli scienziati della commissione in questo caso dovevano assolutamente opporsi a questo approccio mediatico di rassicurazioni prive di fondamento scientifico e finalizzato solo a "zittire subito qualsiasi imbecille, placare illazioni, preoccupazioni" (Bertolaso).

A.A.

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